La risonanza magnetica (RM) è un esame diagnostico che viene prescritto quando il medico deve analizzare una parte specifica del corpo del paziente senza ricorrere ad operazioni chirurgiche o alla somministrazione di radiazioni ionizzate.
Questa tecnica di diagnosi per immagini si basa sull’applicazione su un particolare distretto corporeo di un campo magnetico o di onde di radiofrequenza, particolarmente utilizzata per l’analisi dei tessuti molli.
L’esame viene prescritto per lo studio di patologie tumorali, cardiache, neurologiche, malattie infettive ed infiammatorie. Può essere utilizzata anche per patologie minori, come ad esempio la lesione del menisco del ginocchio.
La tecnica strutta i campi magnetici prodotti da un magnete per la realizzazione di immagini tridimensionali e di ottima qualità. I campi magnetici prodotti modificano l’orientamento degli atomi di idrogeno presenti all’interno delle cellule. Quando la modifica è avvenuta, il magnete che produce il campo magnetico viene disattivato e gli atomi ripristinano l’orientamento originario. In questa fase gli atomi emettono energia che il macchinario capta attraverso dei rilevatori ed utilizza per la creazione delle immagini diagnostiche.
La scansione prevede che il paziente si sdrai su un lettino e sarà introdotto all’interno dello scanner, per un lasso di tempo che può variare dai 15 ai 90 minuti, durante i quali il radiologo acquisisce le immagini.
L’esame non provoca nessun dolore, ma è importante la collaborazione del paziente, cioè che resti immobile per la durata della diagnosi.